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titolo 2019-05-25 - Esortazione Apostolica Postsinodale CHRISTUS VIVIT - Ai Giovani e a tutto il Popolo di Dio.

"Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!".

Inizia così, l'Esortazione Apostolica CHRISTUS VIVIT, dedicata ai Giovani e a tutto il popolo di Dio, che Il Santo Padre Francesco, alla conclusione dei lavori della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (3-28 Ottobre 2018), sul tema: "I Giovani, la Fede e il discernimento vocazionale". Il Papa si è ispirato al DOCUMENTO FINALE del Sinodo, recependo le proposte che ha ritenuto più significative.

"Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza".

Esortazione Apostolica si compone di nove capitoli, in cui il Papa si rivolge ai giovani a cuore aperto, da padre e pastore: Cosa dice la parola di Dio sui giovani? (nell'Antico e nel Nuovo Testamento); Gesù Cristo sempre giovane ("la giovinezza è un periodo originale e stimolante della vita, che Gesù stesso ha vissuto, santificandola"); Voi siete l'adesso di Dio ("La gioventù non è un oggetto che può essere analizzato in termini astratti. In realtà, “la gioventù” non esiste, esistono i giovani con le loro vite concrete"); Il grande annuncio per tutti i giovani ("Anzitutto voglio dire ad ognuno la prima verità: “Dio ti ama”. Se l’hai già sentito, non importa, voglio ricordartelo: Dio ti ama. Non dubitarne mai, qualunque cosa ti accada nella vita. In qualunque circostanza, sei infinitamente amato"); Percorsi di gioventù ("La giovinezza è un tempo benedetto per il giovane e una benedizione per la Chiesa e per il mondo. È una gioia, un canto di speranza e una beatitudine. Apprezzare la giovinezza significa vedere questo periodo della vita come un momento prezioso e non come una fase di passaggio in cui i giovani si sentono spinti verso l’età adulta"); Giovani con radici  ("A volte ho visto alberi giovani, belli, che alzavano i loro rami verso il cielo tendendo sempre più in alto, e sembravano un canto di speranza. Successivamente, dopo una tempesta, li ho trovati caduti, senza vita. Poiché avevano poche radici, avevano disteso i loro rami senza mettere radici profonde nel terreno, e così hanno ceduto agli assalti della natura. Per questo mi fa male vedere che alcuni propongono ai giovani di costruire un futuro senza radici, come se il mondo iniziasse adesso"); La pastorale dei giovani ("Anche se non è sempre facile accostare i giovani, stiamo crescendo su due aspetti: la consapevolezza che è l’intera comunità che li evangelizza e l’urgenza che i giovani siano più protagonisti nelle proposte pastorali"); La vocazione (La parola “vocazione” può essere intesa in senso ampio, come chiamata di Dio. Comprende la chiamata alla vita, la chiamata all’amicizia con Lui, la chiamata alla santità, e così via. Questo ha un grande valore, perché colloca tutta la nostra vita di fronte a quel Dio che ci ama e ci permette di capire che nulla è frutto di un caos senza senso, ma al contrario tutto può essere inserito in un cammino di risposta al Signore, che ha un progetto stupendo per noi); Il discernimento, in cui il Santo Padre entra nel cuore dell'Esortazione Apostolica, parlando di come si forma una retta coscienza (Formare la coscienza è il cammino di tutta la vita in cui si impara a nutrire gli stessi sentimenti di Gesù Cristo assumendo i criteri delle sue scelte e le intenzioni del suo agire):

279. Ricordo che tutti, ma «specialmente i giovani, sono esposti a uno zapping costante. È possibile navigare su due o tre schermi simultaneamente e interagire nello stesso tempo in diversi scenari virtuali. Senza la sapienza del discernimento possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercé delle tendenze del momento». E «questo risulta particolarmente importante quando compare una novità nella propria vita, e dunque bisogna discernere se sia il vino nuovo che viene da Dio o una novità ingannatrice dello spirito del mondo o dello spirito del diavolo».

280. Questo discernimento, «anche se include la ragione e la prudenza, le supera, perché si tratta di intravedere il mistero del progetto unico e irripetibile che Dio ha per ciascuno. […] È in gioco il senso della mia vita davanti al Padre che mi conosce e mi ama, quello vero, per il quale io possa dare la mia esistenza, e che nessuno conosce meglio di Lui»

281. È in questo quadro che si colloca la formazione della coscienza, che permette che il discernimento cresca in termini di profondità e di fedeltà a Dio: «Formare la coscienza è il cammino di tutta la vita in cui si impara a nutrire gli stessi sentimenti di Gesù Cristo assumendo i criteri delle sue scelte e le intenzioni del suo agire (cfr Fil 2,5)»

282. Questa formazione implica il lasciarsi trasformare da Cristo e allo stesso tempo «una pratica abituale del bene, verificata nell’esame della coscienza: un esercizio in cui non si tratta solo di identificare i peccati, ma anche di riconoscere l’opera di Dio nella propria esperienza quotidiana, nelle vicende della storia e delle culture in cui si è inseriti, nella testimonianza di tanti altri uomini e donne che ci hanno preceduto o ci accompagnano con la loro saggezza. Tutto ciò aiuta a crescere nella virtù della prudenza, articolando l’orientamento globale dell’esistenza con le scelte concrete, nella serena consapevolezza dei propri doni e dei propri limiti».

E per concludere... un desiderio

299. Cari giovani, sarò felice nel vedervi correre più velocemente di chi è lento e timoroso. Correte «attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente. Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Ne abbiamo bisogno! E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci».[164]

 

Loreto, presso il Santuario della Santa Casa, 25 marzo, Solennità dell’Annunciazione del Signore, dell’anno 2019, settimo del pontificato.

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