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titolo 2016-03-08 - Papa Francesco: contemplare il mistero della misericordia

8 Marzo 2016: sono passati esattamente 3 mesi dall’inizio dell’anno straordinario del Giubileo della Misericordia. La Santa Sede ha affidato a S.E. Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, il compito di organizzarlo, dando costante supporto ai fedeli che si vogliano preparare, spiritualmente e materialmente, a compiere il loro pellegrinaggio di conversione e di incontro con la Misericordia del Padre per dare una svolta alla loro vita.

Al 29 Febbraio 2016, nella Home Page, un contatore segna che già 2.554.000 pellegrini si sono recati a Roma per il Giubileo, anche se il Santo Padre ha espressamente voluto che tante altre Porte Sante fossero aperte nel mondo e nelle carceri.

Ma cosa è il Giubileo? Cosa significa e cosa comporta l’Indulgenza Giubilare? C’è effettivamente  un riavvicinamento ed una riscoperta della vita Sacramentale ed in particolare del Sacramento della Riconciliazione?

Per questa ultima domanda forse è ancora troppo presto per fare delle considerazioni attendibili, ma la sensazione raccolta  intervistando alcuni Sacerdoti è che non vi sia stata ancora, per il momento, un evidente aumento delle Confessioni dovute al Giubileo. Forse, questa almeno iniziale inerzia è  dovuta anche ad una scarsa conoscenza della dottrina cristiana e dei beni spirituali della Chiesa.

Nella Chiesa cattolica il Giubileo è l’anno della remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza. Il termine riprende la tradizione ebraica che fissava, ogni 50 anni, un anno di riposo della terra (prima della nuova semina, ndr.), la restituzione delle terre confiscate e la liberazione degli schiavi. Per segnalare l’inizio del Giubileo si suonava un corno di ariete, in ebraico «yobel», da cui deriva il termine cristiano «Giubileo». Il testo fondante del «Giubileo Biblico» è contenuto in Levitico 25,10: «Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia». Il Giubileo (o Anno Santo) è il periodo durante il quale il Papa concede l’indulgenza plenaria ai fedeli che si recano a Roma (o in altre mete specificate dalla Bolla «Misericordiae Vultus») e compiono particolari pratiche religiose. Il solo pellegrinaggio, però, non è sufficiente. Il fedele deve volere l’indulgenza, dev’essere in stato di grazia e completamente distaccato dal peccato, deve confessarsi, fare la comunione e pregare seguendo le intenzioni del Papa. Poi deve fare una “opera”: il pellegrinaggio in una delle “mete giubilari” e una opera di pietà o di misericordia o di penitenza.

 Papa Francesco scrive a S.E.R. Mons. Fisichella : “…Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione. Ugualmente dispongo che nei Santuari dove si è aperta la Porta della Misericordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come Giubilari si possa ottenere l’indulgenza. È importante che questo momento sia unito, anzitutto, al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della santa Eucaristia con una riflessione sulla misericordia. Sarà necessario accompagnare queste celebrazioni con la professione di fede e con la preghiera per me e per le intenzioni che porto nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero…”.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica molti numeri al significato e agli effetti delle Indulgenze, che si possono applicare anche per i defunti. Per esempio, al n. 1471, si legge:

1471. La dottrina e la pratica delle indulgenze nella Chiesa sono strettamente legate agli effetti del sacramento della Penitenza.

 

Che cos'è l'indulgenza?

 «L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi.

 L'indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati» [Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, Normae 1-3, AAS 59 (1967), 5-24]. Le indulgenze possono essere applicate ai vivi o ai defunti.

Ho chiesto che la Chiesa riscopra in questo tempo giubilare la ricchezza contenuta nelle opere di misericordia corporale e spirituale”  - scrive ancora Papa Francesco a S.E.R. Mons. Fisichella – e, nella Bolla di indizione del Giubileo della Misericordia MISERICORDIAE VULTUS , al n. 15, il Santo Padre scrive:

15 … È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti…

Per meglio approfondire
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Nella Misericordiae Vultus traspare molto chiaramente il pensiero di Papa Francesco e il senso del Suo Pontificato. Al n. 2 scrive: …”Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”…

E più avanti precisa: (21) ... “Se Dio si fermasse alla giustizia cesserebbe di essere Dio, sarebbe come tutti gli uomini che invocano il rispetto della legge. La giustizia da sola non basta, e l’esperienza insegna che appellarsi solo ad essa rischia di distruggerla. Per questo Dio va oltre la giustizia con la misericordia e il perdono. Ciò non significa svalutare la giustizia o renderla superflua, al contrario. Chi sbaglia dovrà scontare la pena. Solo che questo non è il fine, ma l’inizio della conversione, perché si sperimenta la tenerezza del perdono. Dio non rifiuta la giustizia. Egli la ingloba e supera in un evento superiore dove si sperimenta l’amore che è a fondamento di una vera giustizia. Dobbiamo prestare molta attenzione a quanto scrive Paolo per non cadere nello stesso errore che l’Apostolo rimproverava ai Giudei suoi contemporanei: « Ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio. Ora, il termine della Legge è Cristo, perché la giustizia sia data a chiunque crede » (Rm 10,3-4). Questa giustizia di Dio è la misericordia concessa a tutti come grazia in forza della morte e risurrezione di Gesù Cristo. La Croce di Cristo, dunque, è il giudizio di Dio su tutti noi e sul mondo, perché ci offre la certezza dell’amore e della vita nuova”….

Sapremo accogliere il dono del Giubileo straordinario della Misericordia che Papa Francesco ha sentito di promuovere per il bene e la pace del mondo intero?

Questa è la sfida e la responsabilità cui ciascuno è chiamato e cui dovrà rispondere con le proprie scelte.

 

di Stefania Venturino

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