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titolo 2016-03-14 - Le Omelie di Pentling - Joseph Ratzinger Benedetto XVI

Le omelie di Pentling – di Joseph Ratzinger

Quel che è grande possiamo amarlo solo in quel che è piccolo…”

Se c’è una cosa bellissima, e penso unica, per un cristiano, è quella di sentirsi a casa in qualsiasi Chiesa del mondo.

Anche quando non capissimo la lingua, abbiamo la presenza del Tabernacolo[1] con il Santissimo,  la Liturgia[2] della Santa Messa e il Segno della Croce, che si ripetono uguali in ogni Continente, e immediatamente ci fanno sentire di appartenere a Cristo e alla Sua Chiesa, proprio lì in quella comunità in cui ci troviamo.

Entrare in una Chiesa e sentirsi sempre e subito a casa è un fatto per certi aspetti misterioso, eppure anche rassicurante, perché è una esperienza universale e personale allo stesso tempo, ci immette in una storia e tradizione millenarie pur mantenendoci saldamente e responsabilmente innestati nel presente.

Joseph Ratzinger ha voluto donarci un prezioso momento di questa esperienza di Chiesa facendoci sentire suoi concittadini e parrocchiani e ha pubblicato da pochi mesi, per i tipi della Libreria Editrice Vaticana, “Le omelie di Pentling[3].  E’ una raccolta di dieci “perle”, dieci omelie inedite che l’allora Cardinale Ratzinger, oggi Papa emerito Benedetto XVI, pronunciò negli anni Ottanta e Novanta nella chiesetta di San Giovanni a Pentling, paesino alle porte di Ratisbona, durante i periodi estivi delle sue vacanze.

Niente, forse, può rivelare l’intimità di un Pastore quanto il suo modo di parlare pubblicamente ai Suoi parrocchiani nelle Omelie[4]. Certamente, leggendo questo libro, che volutamente mantiene lo stile originale e immediato del “parlato”, si ha la sensazione di essere fra quei fedeli, fra la sua gente, “cuore a cuore” con Joseph Ratzinger Sacerdote e Pastore, in un ambiente a lui intimo e familiare, nel paese dove aveva immaginato e desiderato di tornare a vivere gli ultimi anni della sua vita, mai immaginando che invece il Signore avesse in serbo per lui addirittura il Pontificato.

Come si legge nella scheda del libro, “Le Omelie di Pentling” rispecchiano i temi principali della riflessione teologica e pastorale del Papa emerito - «il mistero dell’Amore di Dio, la genesi e la natura della Chiesa e il significato e l’importanza decisiva della giusta adorazione di Dio; la questione del rapporto tra libertà e verità, tra fede e ragione e tra fede e politica» - e la sua volontà di raggiungere tutti grazie ad un linguaggio semplice perché dettato dal cuore. E’ lo stesso Papa Emerito che nella sua prefazione scrive: “Quando qualche tempo fa, Christian Schaller dell’Istituto “Papa Benedetto VXI” di Ratisbona mi inviò la trascrizione delle registrazioni dei alcune prediche da me tenute a Pentling..., mi accostai alla lettura con una certa curiosità e anche con un po’ di scetticismo. E tuttavia, ben presto leggere quei testi è diventato per me non solo un incontro con la Parola di Dio, che avevo cercato di interpretare come realtà presente, ma anche un viaggio del cuore nei bei giorni passati. Riviveva di fronte a me la chiesetta del mio paese e, con essa, la fede, la preghiera e il canto di tutte quelle persone con le quali mi sentivo a casa…[5]”.

Due, in particolare, sono state le prediche che più mi hanno “trasportata” nei ricordi di Benedetto XVI, che si intrecciano indissolubilmente con il Suo vivere e servire Cristo e il Suo Vangelo: quella fatta in occasione della benedizione delle campane, il 31 Luglio 1994,  e quella per il 50° anniversario di Georg Hofensperger, sacrestano della chiesetta di S. Giovanni (St. Johannes Kirche).

Le campane di una Chiesa quando suonano ci dicono che Dio è grande, Dio è vicino, Dio è la misura, Dio abita qui, Dio stabilisce il giorno e l’anno – disse l’allora Card. Ratzinger ai fedeli  - e lo disse con i toni vibranti di un uomo che non solo ha studiato Dio, ma Lo ha incontrato davvero, nella sua sete di verità e nella sua tenerissima, incarnata umanità.

Per il Sacrestano Hofensperger e la sua famiglia, Ratzinger ebbe parole di genuina gratitudine, parole che fanno rimpiangere quei tempi e quelle figure anche da parte di chi non le ha mai vissuti e conosciuti.  “Sagrestano – disse -, cioè colui che si occupa della Messa, della corretta amministrazione dei Santi Sacramenti, e dunque dell’abitare del Signore in mezzo a noi, del luogo dove in qualche modo abita il Signore. Custode, cioè colui che si prende cura della chiesa, e dunque la rende in tal modo abitabile per tutti noi. Non si può amare Dio senza amarlo in Cristo. E non si può amare Cristo senza amarlo concretamente nei Sacramenti, vale a dire senza amarlo nella Chiesa. E d’altro canto amare la Chiesa non significa amare una qualche sconosciuta organizzazione che forse si dovrebbe costruire. No, quel che è grande possiamo amarlo solo in quel che è piccolo, amarlo lì dove c’è per noi…..”.[6]



[1] “Tabernacolo” - Cfr,. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1183 e n. 1379

[2] “Liturgia” – Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2691, n. 2695, n. 1068

[3] Il volume contiene una nota introduttiva dell’editore don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana. La traduzione in lingua italiana è a cura del prof. Pierluca Azzaro.

[4] “ Omelia” - Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica n. 132, n. 1154, n. 1346

[5] Omelie di Pentling-  Pag. 9

[6] Omelie di Pentrling - Pagg. 64-65

 

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