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titolo 2017-01-03 - Leggere i segni dei tempi con l'insegnamento della Chiesa

Il nuovo anno inizia all’insegna di tanti interrogativi e turbamenti. La parola chiave, in questo fine anno 2016 ed inizio 2017, è stata SPERANZA. Ne ha parlato Papa Francesco nella Sua Omelia di Natale e, parlando di pace e di non violenza, nel suo messaggio per la giornata della Pace, che si festeggia ogni 1 Gennaio nella Solennità della Festa di Maria Madre di Dio. L’augurio di speranza è forse stato quello più diffuso un po’ da parte di tutti, credenti e non credenti.

Tutti, infatti, siamo perfettamente consapevoli che il mondo è cambiato. E, al momento, non in meglio, almeno per quanto riguarda la tenuta della pace e della democrazia in Europa e in Occidente. La pace fra i popoli e le nazioni sembra sempre più lontana; la politica sembra aver perso il suo ruolo e la sua fisionomia di servizio alla collettività e per il bene comune, essendo sempre più soggetta a mere logiche di potere e di denaro e sempre più lontana da ideali e da concezioni storicamente, culturalmente e moralmente fondate sulla centralità dell’uomo e sul valore della vita; la religione è diventata per taluni pretesto di immane violenza e sopruso, per altri una attività o una dimensione della vita umana che si discosta di poco da altre pratiche utili per il benessere psico-fisico-spirituale dell’uomo (dallo yoga al ballo, dalla meditazione trascendentale al trainig-autogeno, e così via); la famiglia sta perdendo i suoi connotati naturali, sociali ed antropologici, essendo state approvate leggi, anche in Italia, che equiparano le unioni omosessuali ai matrimoni fra un uomo ed una donna, con tutte le implicazioni che ne derivano, specie in riferimento alla effettiva possibilità o meno di generare figli in modo naturale; persino l’essere maschi e femmine non è più considerato un dato oggettivo, ma soggettivo, per cui oggi gli individui non sono più distinguibili nettamente, ma in modo fluido e sfocato.

Tutto questo, effettivamente, può avere una chiave di lettura che spiega tutto: l’allontanamento dell’uomo da Dio, da Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. E quando la gente smette di credere in Dio, di cercare una Verità trascendente cui liberamente sottomettersi nella consapevolezza della propria finitezza e bisogno di salvezza,  in realtà rischia di credere in tutto. E di scontrarsi su tutto.

Se non abbiamo un centro da cui partire e a cui riferirci, inizieremo a volteggiare e ondeggiare da un pensiero ad un altro, da una passione ad un’altra, da un credo ad un altro.

Eppure, fra tutte le proposte culturali e sociali che il mondo ha prodotto e produce per orientare e spiegare la vita dell’uomo sulla terra, la proposta della Chiesa Cattolica continua a brillare per bellezza, altezza, organicità, studio, profondità di pensiero,  arte e storia. Nonostante le meraviglie della scienza e della tecnica, Gesù Cristo e la Sua Chiesa rappresentano anche e forse soprattutto per l’uomo contemporaneo non solo una via di SALVEZZA per l’ANIMA ma anche per recuperare l’USO CORRETTO della RAGIONE.

E proprio di RAGIONE parleremo in questo e nei prossimi articoli, a partire da cosa troviamo nel CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA.

LA RAGIONE RENDE L’UOMO SIMILE A DIO (n. 1730, Parte terza, Sezione Prima, Capitolo Primo: La dignità della persona umana - Articolo 3 - LA LIBERTA’ DELL’UOMO).

Dio ha creato l’uomo ragionevole conferendogli la dignità di una persona dotata dell’iniziativa e della padronanza dei suoi atti. “Dio volle, infatti, lasciare l’uomo “in balia del suo proprio volere” (Siracide 15, 14) perché così esso cerchi spontaneamente il suo Creatore e giunga liberamente, con l’adesione a lui, alla piena e beata perfezione” : “L’uomo è dotato di ragione, e in questo è simile a Dio, creato libero nel suo arbitrio e potere”.

IL PECCATO E’ UN ATTO CONTRARIO ALLA RAGIONE (n. 1872, Parte terza, Sezione Prima, Capitolo Primo: La dignità della persona umana).

Il peccato è un atto contrario alla ragione. Ferisce la natura dell’uomo ed attenta alla solidarietà umana.

RAGIONE E LEGGE MORALE NATURALE (n. 1954, Parte terza, Sezione Prima, Capitolo Terzo: La salvezza di Dio: la legge e la grazia).

L’uomo partecipa alla sapienza e alla bontà del Creatore, che gli conferisce la padronanza dei suoi atti e la capacità di dirigersi verso la verità e il bene. La legge naturale esprime il senso morale originale che permette all’uomo di discernere, per mezzo della ragione, il bene e il male, la verità e la menzogna: “La legge naturale è iscritta e scolpita nell’anima di tutti i singoli uomini; essa è la ragione umana che impone di agire bene e proibisce il peccato…Questa prescrizione dell’umana ragione, però, non è in grado di avere forza di legge, se non è la voce e l’interprete di una ragione più alta, alla quale il nostro spirito e la nostra libertà devono essere sottomessi”. [1]



[1] Leone XIII; Lett. Enc. Libertas praestantissimum; Leonis XIII , Acta 8,219

 

di Stefania Venturino

 

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