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titolo 2017-02-11 - XXV GIORNATA MONDIALE DEL MALATO. Stupore per quanto Dio compie...

11 Febbraio 2017 - XXV GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

A LOURDES il tema della giornata è STUPORE PER QUANTO DIO COMPIE: “GRANDI COSE HA FATTO PER ME L’ONNIPOTENTE” (Lc, 1, 49)

L’11 febbraio 2017 si celebra, in tutta la Chiesa e in modo particolare a Lourdes, la XXV Giornata Mondiale del Malato, sul tema: Stupore per quanto Dio compie: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…».

Il Santo Padre Francesco, nel suo messaggio dello scorso 8 Dicembre 2016, dice: …”Come santa Bernadette siamo sotto lo sguardo di Maria. L’umile ragazza di Lourdes racconta che la Vergine, da lei definita “la Bella Signora”, la guardava come si guarda una persona. Queste semplici parole descrivono la pienezza di una relazione. Bernadette, povera, analfabeta e malata, si sente guardata da Maria come persona. La Bella Signora le parla con grande rispetto, senza compatimento. Questo ci ricorda che ogni malato è e rimane sempre un essere umano, e come tale va trattato. Gli infermi, come i portatori di disabilità anche gravissime, hanno la loro inalienabile dignità e la loro missione nella vita e non diventano mai dei meri oggetti, anche se a volte possono sembrare solo passivi, ma in realtà non è mai così.”…

Sulla malattia e il suo significato il Catechismo della Chiesa Cattolica (vedi il nostro e-book) si esprime così:

“La malattia e la sofferenza sono sempre state tra i problemi più gravi che mettono alla prova la vita umana. Nella malattia l’uomo fa l’esperienza della propria impotenza, dei propri limiti e della propria finitezza. Ogni malattia può farci intravedere la morte” (n. 1500).  “La malattia può condurre all’angoscia, al ripiegamento su di sé, talvolta persino alla disperazione e alla ribellione contro Dio. Ma essa può anche rendere la persona più matura, aiutarla a discernere nella propria vita ciò che non è essenziale per volgersi verso ciò che lo è. Molto spesso la malattia provoca una ricerca di Dio, un ritorno a Lui” (n. 1501). “ L’uomo nell’Antico Testamento vive la malattia di fronte a Dio. E’ davanti a Dio che egli versa le sue lacrime sulla propria malattia; è da lui, il Signore della vita e della morte, che egli implora la guarigione. La malattia diventa il cammino di conversione e il perdono di Dio dà inizio alla guarigione. Israele sperimenta che la malattia è legata, in un modo misterioso, al peccato e al male, e che la fedeltà a Dio, secondo la sua Legge, ridona la vita: “Perché io sono il Signore, colui che ti guarisce” (Es 15, 26). Il profeta intuisce che la sofferenza può anche avere un valore redentivo per i peccati altrui. Infine Isaia annuncia che Dio farà sorgere per Sion un tempo in cui perdonerà ogni colpa e guarirà ogni malattia” (n. 1502)

E’ CRISTO IL NOSTRO VEO MEDICO, DELL’ANIMA E DEL CORPO.

“La compassione di Cristo verso i malati e le sue numerose guarigioni di infermi di ogni genere sono un chiaro segno del fatto che Dio ha visitato il suo popolo e che il regno di Dio è vicino. Gesù non ha soltanto il potere di guarire, ma anche di perdonare i peccati: è venuto a guarire l’uomo tutto intero, anima e corpo; è il medico di cui i malati hanno bisogno. La sua compassione verso tutti coloro che soffrono si spinge così lontano che egli si identifica con loro: “Ero malato e mi avete visitato” (Mt 25,36). Il suo amore di predilezione per gli infermi non ha cessato, lungo i secoli, di rendere i cristiani particolarmente premurosi verso tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Esso sta all’origine degli instancabili sforzi per alleviare le loro pene. (n. 1503). “Spesso Gesù chiede ai malati di credere. Si serve di segni per guarire: saliva e imposizione di mani, fango e abluzione. I malati cercano di toccarlo “perché da lui usciva una forza che sanava tutti” (Lc 6,19). Così, nei Sacramenti, Cristo continua a “toccarci” per guarirci. (n. 1504)

Visitare i malati, amarli, alleviare le loro sofferenze significa allora amare Gesù stesso.

Papa Francesco dice ancora nel suo messaggio per la XXV giornata mondiale del malato: “Lo sguardo di Maria, Consolatrice degli afflitti, illumina il volto della Chiesa nel suo quotidiano impegno per i bisognosi e i sofferenti. I frutti preziosi di questa sollecitudine della Chiesa per il mondo della sofferenza e della malattia sono motivo di ringraziamento al Signore Gesù, il quale si è fatto solidale con noi, in obbedienza alla volontà del Padre e fino alla morte in croce, perché l’umanità fosse redenta. La solidarietà di Cristo, Figlio di Dio nato da Maria, è l’espressione dell’onnipotenza misericordiosa di Dio che si manifesta nella nostra vita – soprattutto quando è fragile, ferita, umiliata, emarginata, sofferente – infondendo in essa la forza della speranza che ci fa rialzare e ci sostiene.” Il Santo Padre conclude il suo messaggio con una preghiera alla Madonna:

O Maria, nostra Madre,

che in Cristo accogli ognuno di noi come figlio,

sostieni l’attesa fiduciosa del nostro cuore,

soccorrici nelle nostre infermità e sofferenze,

guidaci verso Cristo tuo figlio e nostro fratello,

e aiutaci ad affidarci al Padre che compie grandi cose.

 

 

di Stefania Venturino

 

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