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titolo 2018-02-09 - Quaresima 2018: PAPA FRANCESCO: chiediamoci cosa spegne in noi la Carità

9 Febbraio 2018

Mercoledì 14 Febbraio, con la funzione delle Ceneri, inizia il periodo di Quaresima, in preparazione della Santa Pasqua che cadrà nel giorno 1 Aprile. Prepariamoci a vivere questo tempo di purificazione con le parole di Papa Francesco.

CHIEDIAMOCI COSA SPEGNE IN NOI LA CARITA’.

CHIEDIAMOCI - dice PAPA FRANCESCO - QUALI SONO I SEGNALI CHE INDICANO CHE  IN NOI L’AMORE RISCHIA DI SPEGNERSI.

 

Il Santo Padre lo scorso 1 Novembre, festa di tutti i Santi, ha pubblicato il suo Messaggio per la Quaresima 2018, e ha preso spunto da una frase tratta dal Vangelo di Matteo 24, 12, ambientato a Gerusalemme, sul monte degli Ulivi, quando Gesù, rispondendo ad una domanda dei discepoli,  “annuncia una grande tribolazione e descrive la situazione in cui potrebbe trovarsi la comunità dei credenti: di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo”:

«Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti» (Mt 24,12)

Chi sono questi falsi profeti? Papa Francesco indica alcune fattispecie: gli“incantatori di serpenti”, che approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle dove vogliono loro; i “ciarlatani” ,che offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano però completamente inefficaci: a quanti giovani è offerto il falso rimedio della droga, di relazioni “usa e getta”, di guadagni facili ma disonesti!

Il Santo Padre poi parla espressamente del demonio e mette in guardia tutti quanti dalle sue seduzioni: “E’ l’inganno della vanità, che ci porta a fare la figura dei pavoni… per cadere poi nel ridicolo; e dal ridicolo non si torna indietro. Non fa meraviglia: da sempre il demonio, che è «menzognero e padre della menzogna» (Gv 8,44), presenta il male come bene e il falso come vero, per confondere il cuore dell’uomo. Ognuno di noi, perciò, è chiamato a discernere nel suo cuore ed esaminare se è minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti. Occorre imparare a non fermarsi a livello immediato, superficiale, ma riconoscere ciò che lascia dentro di noi un’impronta buona e più duratura, perché viene da Dio e vale veramente per il nostro bene.

Papa Francesco entra quindi nel “cuore” del suo messaggio per la Quaresima 2018 invitandoci precisamente a guardare dentro il nostro cuore per chiederci: come si raffredda in noi la carità? Quali sono i segnali che ci indicano che in noi l’amore rischia di spegnersi? L’atto di “guardare dentro il proprio cuore” è un tema sul quale il Pontefice torna spesso e che ha ripreso anche giovedì 8 Febbraio nella sua meditazione mattutina in Santa Marta:  “Attenzione a quando, convinto di vivere tranquillamente senza commettere grandi peccati, il cristiano «scivola lentamente», quasi senza accorgersene, nell’«indebolimento del cuore» e si «corrompe»”. Attenzione – ammonisce Papa Francesco – perché “un peccatore può diventare santo”, mentre “un corrotto non può diventare santo”.

Ciò che spegne la carità [1]si legge nel messaggio per la Quaresima 2018 - è anzitutto l’avidità per il denaro, «radice di tutti i mali» (1 Tm 6,10); ad essa segue il rifiuto di Dio e dunque di trovare consolazione in Lui, preferendo la nostra desolazione al conforto della sua Parola e dei Sacramenti. Tutto ciò si tramuta in violenza che si volge contro coloro che sono ritenuti una minaccia alle nostre “certezze”: il bambino non ancora nato, l’anziano malato, l’ospite di passaggio, lo straniero, ma anche il prossimo che non corrisponde alle nostre attese.

Lo sguardo del Papa si posa anche sul creato, minacciato e deturpato dall’inquinamento, dalla nostra incuria e insensibilità, e che pertanto diventa “testimone silenzioso di questo raffreddamento della carità”.

Se guardiamo ai segni di freddezza presenti nelle nostre comunità, il Santo Padre cita l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, e ricorda che i segni più evidenti di questa mancanza di amore sono: l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità mondana che induce ad occuparsi solo di ciò che è apparente, riducendo in tal modo l’ardore missionario.

Cosa fare?

La Chiesa – dice il Papa - nostra madre e maestra, assieme alla medicina, a volte amara, della verità, ci offre in questo tempo di Quaresima il dolce rimedio della preghiera, dell’elemosina e del digiuno: ciascuna di queste pratiche, infatti, può essere di grande beneficio spirituale, purchè sia fatta con spirito di fede e di umile abbandono nelle mani del Signore:

1) La preghiera permette al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi, per cercare finalmente la consolazione in Dio. Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita.

2) L’elemosina ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mio….ogni elemosina è un’occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli;

3) Il digiuno, infine, toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce un’importante occasione di crescita.Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame.

Il fuoco della Pasqua

Il Papa invita tutti, fedeli e consacrati, a intraprendere con zelo il cammino della Quaresima. Una occasione propizia sarà anche quest’anno l’iniziativa “24 ore per il Signore”, che invita a celebrare il Sacramento della Riconciliazione in un contesto di adorazione eucaristica. Nel 2018 essa si svolgerà venerdì 9 e sabato 10 marzo, ispirandosi alle parole del Salmo 130,4: «Presso di te è il perdono». In ogni diocesi, almeno una chiesa rimarrà aperta per 24 ore consecutive, offrendo la possibilità della preghiera di adorazione e della Confessione sacramentale.

Nella notte di Pasqua rivivremo il suggestivo rito dell’accensione del cero pasquale, affinché tutti possiamo rivivere l’esperienza dei discepoli di Emmaus: ascoltare la parola del Signore e nutrirci del Pane eucaristico consentirà al nostro cuore di tornare ad ardere di fede, speranza e carità.

 

[1] Molto importante è la definizione del peccato conto la carità che leggiamo sul Catechismo della Chiesa Cattolica e-book n. 2094 (pag. 1286): Si può peccare in diversi modi contro l’amore di Dio: l’indifferenza è incurante della carità divina o rifiuta di prenderla in considerazione; ne misconosce l’iniziativa e ne nega la forza. L’ingratitudine tralascia o rifiuta di riconoscere la carità divina e di ricambiare a Dio amore per amore. La tiepidezza è una esitazione o una negligenza nel rispondere all’amore divino; può implicare il il rifiuto di abbandonarsi al dinamismo della carità. L’accidia o pigrizia spirituale giuge a rifiutare la gioia che viene da Dio e a provare repulsione per il bene divino. L’odio di Dio nasce dall’orgoglio. Si oppone all’amore di Dio, del quale nega la bontà e che ardisce maledire come colui che proibisce i peccati e infligge i castighi.

 

di Stefania Venturino

 

 

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