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titolo 2018-04-06 - Tempo di Pasqua - Fede o Ragione?

TEMPO DI PASQUA: FEDE o RAGIONE?

Pasqua: cosa significa realmente per l’umanità?

La risurrezione di Cristo è il vero spartiacque della Storia, che vede la vita trionfare sulla morte, per sempre.

Nulla è più concreto e “carnale” della fede cristiana, perché si fonda su un evento unico nella storia dell’umanità: la passione, morte e risurrezione di Cristo, vero Dio e vero uomo.

La risurrezione costituisce la conferma di tutto ciò che Cristo stesso ha fatto e insegnato: “Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione e vana anche la vostra fede (I Cor 15,14).

Eppure non è facile addentrarsi e stare di fronte a un mistero così grande come quello della morte e risurrezione di Gesù. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci aiuta in molti passaggi ad approfondire questa fondamentale verità di fede:

Gesù risorto stabilisce con i suoi discepoli rapporti diretti, attraverso il contatto (Lc. 24,39; Gv 20,27) e la condivisione del pasto. Li invita a riconoscere da ciò che egli non è un fantasma, ma soprattutto a constatare che il corpo resuscitato con il quale si presenta a loro è il medesimo che è stato martoriato e crocifisso, poiché porta ancora i segni della passione”. [1]

Viviamo tempi complessi  e mai come oggi l’umanità si trova a vivere nel difficile tentativo di conoscere e integrare la dimensione personale dell’individuo con quella sociale, ormai connotata non più dalla regionalità o dalla nazionalità, ma dalla “globalizzazione”. Costruire la propria identità di persona e di cittadino del mondo forse non è mai stato così difficile come oggi. E allora quali sono i criteri, i pensieri, i modelli cui ispirarsi per crescere nella conoscenza, nella consapevolezza e per compiere nella libertà le nostre scelte?

Per un credente la Parola di Dio, il suo ascolto costante e aperto al confronto, è e sarà sempre il fondamento del proprio orientamento morale, la fonte più alta di conoscenza della Verità, che affonda le sue radici nell’origine dell’uomo, fatto da Dio a sua immagine e somiglianza [2].

Questo corpo autentico e reale – continua il Catechismo al n. 645 – possiede però al tempo stesso le proprietà nuove di un corpo glorioso; esso non è più situato nello spazio e nel tempo, ma può rendersi presente a suo modo dove e quando vuole, poiché la sua umanità non può più essere trattenuta sulla terra e ormai non appartiene che al dominio divino del Padre. Anche per questa ragione Gesù risorto è sovranamente libero di apparire come vuole: sotto l’aspetto di un giardiniere o “sotto un altro aspetto” (Mc 16,12) diverso da quello che era famigliare ai discepoli, e ciò per suscitare la loro fede”.

Di fronte a queste affermazioni, ciascuno può ragionevolmente chiedersi e tornare a chiedersi: “Credo che Gesù sia veramente morto e veramente risuscitato, e che ora sia vivente per me come per coloro che ne furono testimoni? Credo davvero che Gesù Cristo abbia vinto la morte per sempre e che chiunque abbia fede in Lui risusciterà dalla morte?”. Il centro della fede cristiana è proprio questo, e il Catechismo ci aiuta ad approfondire questo mistero: perché, per esempio, quando Gesù appare risorto i suoi non lo riconoscono subito?

La risurrezione di Cristo non fu un ritorno alla vita terrena, come lo fu per le risurrezioni  che egli aveva compiute prima della Pasqua: quella della figlia di Giairo, del giovane di Naim, di Lazzaro. Questi fatti erano avvenimenti miracolosi, ma le persone miracolate ritrovavano, per il potere di Gesù, una vita terrena “ordinaria”.  Ad un certo momento esse sarebbero morte di nuovo. La risurrezione di Cristo è essenzialmente diversa. Nel suo corpo risuscitato egli passa dallo stato di morte ad un’altra vita al di là del tempo e dello spazio. Il corpo di Gesù è, nella risurrezione, colmato dalla potenza dello Spirito Santo; partecipa alla vita divina nello stato della sua gloria, sì che San Paolo può dire di Cristo che egli è l’uomo celeste”. [3]

La risurrezione è un evento trascendente, opera della Santissima Trinità. Nessuno è stato testimone oculare dell’avvenimento stesso della risurrezione, nessuno può dire come sia avvenuta fisicamente. "La risurrezione di Cristo è oggetto di fede in quanto è un intervento trascendente di Dio stesso nella creazione e nella storia. In essa, le tre Persone divine agiscono insieme e al tempo stesso manifestano la loro propria originalità. Essa si è compiuta per la potenza del Padre che “ha risuscitato” (At 2,24) Cristo, suo Figlio, e in questo modo ha introdotto in maniera perfetta la sua umanità con il suo corpo nella Trinità. Gesù viene definitivamente “costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti”(Rm 1, 4). San Paolo insiste sulla manifestazione della potenza di Dio per opera dello Spirito che ha vivificato l’umanità morta di Gesù e l’ha chiamata allo stato glorioso di Signore”.[4]

La fede nella risurrezione, comunque, “ha per oggetto un avvenimento che è storicamente attestato dai discepoli, i quali hanno realmente incontrato il Risorto, e che è insieme misteriosamente trascendente in quanto l’umanità di Cristo entra nella Gloria di Dio”. [5]

La scrittrice e poetessa Elena Bono citava spesso Pascal e diceva: “Si può tentare di scavalcare Cristo, ma si cadrebbe nella ‘non storia’”. E Papa Benedetto XVI, citando il Card. John Henry Newman, diceva che togliere Dio dalla vita dell’uomo e dalla storia, significa uscire dal ciclo della conoscenza.

La fede, quindi, non è solo una questione di misteri insondabili, ma anche di ragione.

 

di Stefania Venturino

 


[1] Catechismo della Chiesa Cattolica ebook, Edizione Breviario Digitale,  n. 645, pag. 433;

[2] Gen, 1, 27;

[3] Catechismo della Chiesa Cattolica ebook, Edizione Breviario Digitale, n. 676, pag. 435;

[4] Catechismo della Chiesa Cattolica ebook, Edizione Breviario Digitale, n. 648, pag 436;

[5] Catechismo della Chiesa Cattolica ebook, Edizione Breviario Digitale, n. 656, pag. 441.

 

 

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