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titolo Per Aldo Gastaldi "Bisagno" - Cristiano, partigiano, italiano

L'Italia ha un nuovo Servo di Dio: Aldo Gastaldi "Bisagno" (1921-1943). L'editto per l'avvio della causa di beatificazione è stato firmato dal Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, lo scorso 31 Maggio 2019.

Il 29 Gennaio 2020, Genova ha dedicato una serata in Cattedrale al giovane partigiano morto in odore di santità. La sua giovane vita ha lasciato una impronta indelebile in tutti coloro che lo hanno conosciuto e negli uomini che combatterono al suo comando per la Patria e per la Libertà. La Cattedrale era straordinariamente gremita di persone, che hanno potuto vedere il docu-film "Bisagno", del regista Marco Gandolfo, presente alla serata assieme al nipote omonimo, Aldo Gastaldi. Tutta la Chiesa genovese, e non solo, era rappresentata dal Card. Bagnasco, e la cittadinanza dal Sindaco Marco Bucci. Il libro della poetessa Elena Bono, Per Aldo Gastaldi "Bisagno" (oggi reperibile solo in formato e-book) è stato fonte di ispirazione per il regista del docu-film. Per contattare il Comitato per la causa di beatificazione, visita il sito: http://www.aldogastaldibisagno.it/

"Più guardiamo a Dio come Aldo, più riusciamo a vivere la nostra storia - ha detto il Cardinale Angelo Bagnasco in chiusura della serata. Le piccole cose quotidiane, non in modo meschino, ma in modo grande, cioè in modo straordinario. Anche questa è una grande lezione di cui abbiamo bisogno nei nostri tempi, forse più che in altri tempi. Perché, come dicevo, tutto quanto tende un po’ a schiacciare l’anima, e schiacciando l’anima si schiaccia la vita, e la gioia, e tutto diventa noioso, ripetitivo, quasi inutile, pesante, strascicato". Un esempio di fortezza così limpido come quello di Bisagno, riesce a parlare ai giovani di oggi? In una intervista pubblicata su IL CITTADINO,il 22 Gennaio 2020,  il nipote di Bisagno ha detto: "Aldo seppe essere fedele a Cristo. La sua vita è un cammino che diventa speciale nelle piccole scelte di ogni giorno, dove la mano di Dio si fa presente, a poco a poco. È la risposta a questa presenza che sono convinto dia quel frutto, quella bellezza, quella libertà che noi respiriamo nel suo vissuto, in ciò che ci ha lasciato.La sua fede fu semplice e genuina, fu la fede di un giovane, che sin dalla più tenera età aveva ascoltato e scelto Cristo, che lui stesso definì in una sua lettera alla famiglia “la sua unica Guida”. Aldo non era solito fare alcun proselitismo, anzi; è nel silenzio e nel nascondimento di un impegno quotidiano nelle diverse fasi del suo stato di vita, che è cresciuta il lui quella Presenza, che lo ha guidato sempre, anche nei momenti più duri, drammatici e bui, della sua breve esistenza terrena.Io sono convinto Aldo parli oggi alle nuove generazioni con un linguaggio semplice che va dritto al cuore, così come dritto e alto puntava il suo sguardo. E’ il linguaggio chi di ha messo Dio al primo posto nella vita. E’ l’evidenza del frutto buono, non buono per suo merito, ma buono, perché buono è l’albero da cui è stato colto".

 

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