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titolo 2014-06-26 - Il Matrimonio (2° parte)

Il Matrimonio

E’ incredibile come in un paio di generazioni nella società non solo italiana, ma europea ed in genere occidentale, sia così profondamente cambiato il significato di matrimonio e di famiglia: perché?

 

 

La domanda è ovviamente molto impegnativa e richiederebbe studi e verifiche storico-politiche e culturali accurate e documentate che non possono essere qui adeguatamente trattate.

Tuttavia, è indubbio che il progresso scientifico e tecnologico ha determinato nell’ultimo secolo tali e tanti cambiamenti sociali da farci probabilmente pensare che non esistano più dei limiti alla conoscenza dell’uomo e alla sua capacità di autodeterminarsi.

Non è solo in discussione, e in fase di disgregazione, il concetto di matrimonio e di famiglia, ma addirittura il concetto di maschio e di femmina, non più considerati nella loro creaturalità naturale, ma come frutto di una scelta personale di genere (ideologia nota come la teoria del “gender”). E’ come se ci stessimo abituando a cercare la nostra identità entro i confini, apparentemente illimitati, delle scoperte scientifiche e del nostro io, anziché ricercarla nella tensione verso l’Altro da sé, quindi, nel rapporto con Dio attraverso l’ascolto della Parola, la sua meditazione e la preghiera.

In questo contesto culturale non c’è da stupirsi che la voce della Chiesa appaia obsoleta a tantissimi che la ritengono ormai lontana dall’uomo contemporaneo ed incapace di rivolgersi a lui: ma siamo sicuri che essa non abbia nulla da dire anche oggi sulla nostra identità e vocazione? Uno dei compiti principali della Chiesa Cattolica e del Suo capo supremo, che sulla terra è il Papa, è proprio quello di difendere nella loro integralità ed originalità i contenuti della Fede cristiana, adattando ai tempi non la sostanza, che è immutabile perché discende da Cristo, ma il linguaggio con cui trasmetterla ai fedeli.

In questo senso Papa Francesco, fin da quel suo primo “Buonasera!”, rivolto ai fedeli in mondovisione la sera della sua elezione al soglio di Pietro ha portato nella Chiesa un Suo personalissimo stile di comunicazione che, almeno apparentemente, arriva diretto al cuore di tutti, poveri e ricchi, cittadini comuni e uomini di potere, atei e credenti, cristiani e non cristiani. E questo è bellissimo!

Ma poi, dopo aver applaudito il Papa, ascoltiamo e seguiamo le sue indicazioni? In diverse circostanze in Santo Padre ha raccomandato specie per i cristiani, ma non solo per loro, una maggiore conoscenza sia del Catechismo della Chiesa Cattolica, sia del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, poiché entrambi i volumi, a prescindere dalla fede o meno di chi li legge, dicono cose pregnanti e significative sull’uomo come singolo, come membro della famiglia e della società. In un momento storico in cui la famiglia e il matrimonio sono così radicalmente messi in discussione ed in crisi, il confronto con la dottrina cristiana e sociale della Chiesa appare quanto mai illuminante ed aiuta a comprendere meglio la “posta in gioco”, a partire proprio dalla radice dell’esistenza e del suo significato.

 

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica possiamo riflettere sulla vocazione primaria dell’uomo all’amore:

1604 Dio, che ha creato l’uomo per amore, lo ha anche chiamato all’amore, vocazione fondamentale e innata di ogni essere umano. Infatti l’uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio che « è amore » (1 Gv 355 4,8.16). Avendolo Dio creato uomo e donna, il loro reciproco amore diventa un’immagine dell’amore assoluto e indefettibile con cui Dio ama l’uomo. È cosa buona, molto buona, agli occhi del Creatore. E questo amore che Dio benedice è destinato ad essere fecondo e a realizzarsi nell’opera comune della custodia della creazione: « Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela” » (Gn 1,28).

 

1605 Che l’uomo e la donna siano creati l’uno per l’altro, lo afferma la Sacra Scrittura: « Non è bene che l’uomo sia solo » (Gn 2,18). La donna, « carne della sua carne », sua eguale, del tutto prossima a lui, gli è donata da Dio come « aiuto », rappresentando così Dio dal quale viene il nostro aiuto. « Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne » (Gn 2,24). Che ciò significhi un’unità indefettibile delle loro due esistenze, il Signore stesso lo mostra ricordando quale sia stato, « da principio », il disegno del Creatore: « Così che non sono più due, ma una carne sola » (Mt 19,6).

Per meglio approfondire
l'argomento trattato,
vedi il nostro

Catechismo pdf ebook

Nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, leggiamo a proposito del matrimonio:

218 Il matrimonio, nella sua verità « oggettiva », è ordinato alla procreazione

e all’educazione dei figli. L’unione matrimoniale, infatti, fa vivere in pienezza quel dono sincero di se´ , il cui frutto sono i figli, a loro volta dono per i genitori, per l’intera famiglia e per tutta la società. Il matrimonio, tuttavia, non e` stato istituito unicamente in vista della procreazione: il suo carattere indissolubile e il suo valore di comunione permangono anche quando i figli, pur vivamente desiderati, non giungono a completare la vita coniugale. Gli sposi, in questo caso, « possono mostrare la loro generosità adottando bambini abbandonati oppure compiendo servizi significativi a favore del prossimo ».

Il sacramento del matrimonio

219 La realtà umana e originaria del matrimonio è vissuta dai battezzati, per istituzione di Cristo, nella forma soprannaturale del sacramento, segno e strumento di Grazia. La storia della salvezza è percorsa dal tema dell’alleanza sponsale, significativa espressione della comunione d’amore tra Dio e gli uomini e chiave simbolica per comprendere le tappe della grande alleanza tra Dio e il Suo popolo. Il centro della rivelazione del progetto d’amore divino è il dono che Dio fa all’umanità del Figlio Suo Gesù Cristo, « lo Sposo che ama e si dona come Salvatore all’umanità , unendola a Se´ come suo corpo. Egli rivela la verità originaria del matrimonio, la verità  del “principio” (cfr. Gen 2,24; Mt 19,5) e, liberando l’uomo dalla durezza del cuore, lo rende capace di realizzarla interamente ».486 Dall’amore sponsale di Cristo per la Chiesa, che mostra la sua pienezza nell’offerta consumata sulla Croce, discende la sacramentalità del matrimonio, la cui Grazia conforma l’amore degli sposi all’Amore di Cristo per la Chiesa. Il matrimonio, in quanto sacramento, è  un’alleanza di un uomo e una donna nell’amore.

220 Il sacramento del matrimonio assume la realtà umana dell’amore coniugale in tutte le implicazioni e « abilita e impegna i coniugi e i genitori cristiani a vivere la loro vocazione di laici, e pertanto a “cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio” ». Intimamente unita alla Chiesa in forza del vincolo sacramentale che la rende Chiesa domestica o piccola Chiesa, la famiglia cristiana è chiamata « ad essere segno di unità per il mondo e ad esercitare in tal modo il suo ruolo profetico testimoniando il Regno e la pace di Cristo, verso cui il mondo intero è  in cammino ». La carità coniugale, che sgorga dalla carità stessa di Cristo, offerta attraverso il Sacramento, rende i coniugi cristiani testimoni di una socialità nuova, ispirata al Vangelo e al Mistero pasquale. La dimensione naturale del loro amore viene costantemente purificata, consolidata ed elevata dalla grazia sacramentale. In questo modo, i coniugi cristiani, oltre ad aiutarsi reciprocamente nel cammino di santificazione, diventano segno e strumento della carità di Cristo nel mondo. Con la loro stessa vita essi sono chiamati ad essere testimoni e annunciatori del significato religioso del matrimonio, che la società  attuale fa sempre più fatica a riconoscere, specialmente quando accoglie visioni relativistiche anche dello stesso fondamento naturale dell’istituto matrimoniale.

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di Stefania Venturino

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