Probabilmente è un pensiero così grande, così bello, così profondo che, immersi come siamo nei tanti problemi e nelle fatiche della quotidianità, difficilmente riusciamo a trovare il tempo per fermarci a riflettere su cosa sia davvero la famiglia nel piano di Dio (n. 2201 del Catechismo della Chiesa Cattolica).
2205 La famiglia cristiana è una comunione di persone, segno e immagine della comunione del Padre e del Figlio nello Spirito Santo. La sua attività procreatrice ed educativa è il riflesso dell’opera creatrice del Padre. La famiglia è chiamata a condividere la preghiera e il sacrificio di Cristo. La preghiera quotidiana e la lettura della Parola di Dio corroborano in essa la carità. La famiglia cristiana è evangelizzatrice e missionaria.
2206 Le relazioni in seno alla famiglia comportano un’affinità di sentimenti, di affetti e di interessi, che nasce soprattutto dal reciproco rispetto delle persone. La famiglia è una comunità privilegiata chiamata a realizzare un’amorevole apertura di animo tra i coniugi e una continua collaborazione tra i genitori nell’educazione dei figli. 2201 La comunità coniugale è fondata sul consenso degli sposi. Il matrimonio e la famiglia sono ordinati al bene degli sposi e alla procreazione ed educazione dei figli. L’amore degli sposi e la generazione dei figli stabiliscono tra i membri di una medesima famiglia relazioni personali e responsabilità primarie.
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Per meglio approfondire |
La diminuzione dei matrimoni e delle nascite penso sia uno dei segni più evidenti ed eloquenti della decadenza di un popolo e di una cultura. Non aiutare le famiglie che si aprono alla vita, e mettono al mondo dei figli, significa misconoscere e soffocare le risorse morali e culturali migliori della nostra società.
E’ interessante, e fa ben sperare, tuttavia, la presenza di movimenti e associazioni come il FORUM ASSOCIAZIONI FAMILIARI, attivo da molti anni in Italia, e la recente iniziativa “IO STO CON I PASSEGGINI”.
SOSTENERE LE FAMIGLIE.
E’ questo l’obiettivo della manifestazione #IOSTOCONIPASSEGGINI, ospitata martedì scorso 14 Ottobre, in collegamento esterno da Roma, dal programma “Ballarò”. «Per me giustizia sociale - dice l’ideatore della manifestazione - è tenere presente il peso specifico che una famiglia porta con sé, considerando il numero dei figli».
«È una manifestazione nata dal basso - racconta De Palo - iniziata da Roma ma con l’intenzione di alzare il dibattito a livello nazionale chiedendo a Renzi e al Governo un fisco più equo per le famiglie. Altrimenti, quei passeggini vuoti che avete visto e vedrete in piazza non saranno più simbolo di una protesta, ma realtà triste dell’Italia del presente e del futuro».
«Chiediamo espressamente - spiega De Palo a TEMPI.IT - che ci sia un incontro con le istituzioni per poter vedere finalmente riconosciuti tutti diritti delle famiglie schiacciate da un’eccessiva mole di doveri. Le famiglie sono a rischio povertà e non si esce dalla crisi senza di loro. Quello che mi preme dire, inoltre, è che questa manifestazione è assolutamente laica, libera da demagogie e da influenze politiche. Noi vogliamo l’unità degli intenti».
Gigi de Palo, consigliere Comunale di Roma, ex assessore alla famiglia, con esperienza di dirigente nel mondo dell’associazionismo (CARITAS), è anche fondatore e presidente di OL3 Roma (http://www.ol3roma.it/) , una associazione ispirata dall’invito di San Giovanni Paolo II ai giovani di Tor Vergata nel 2000: “Voi non vi rassegnerete!”.
Nel manifesto di OL3, che sta raccogliendo un seguito sempre maggiore in diverse Regioni in Italia, e che fa del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa la sua guida più affidabile, c’è scritto come titolo : “NE’ INDIGNATI, NE’ RASSEGNATI”. E si trovano parole come queste, che richiamano ciascuno alla responsabilità delle proprie scelte:
..."Da allora nulla è più stato come prima. La rabbia che molti avevano nel cuore, per mille motivi personali, è diventata forza propulsiva. Desiderio di cambiare. L’indignazione è morta. Ed è risorta la voglia di costruire. Ci siamo buttati. Nel matrimonio e nella costruzione di progetti di vita stabili e fecondi. Nel volontariato, magari con esperienze in Africa o in Terrasanta, magari nell’Associazionismo o nei movimenti, o magari, per la maggior parte, semplicemente ed umilmente nella Chiesa di Roma e in Parrocchia.
Ma tutto questo è servizio al bene comune. Alla città, alla società civile. È cittadinanza attiva. È opera pubblica. Si tratta di un potenziale e di una risorsa che pur nascosta, costituisce la spina dorsale del paese. È ora che tutto ciò si assuma ulteriormente le proprie responsabilità. È ora di crescere e di fare un passo avanti. È ora di prendere su di sé la consapevolezza che la politica è l’ambito principale e più adeguato in cui tradurre questo impegno"...